Che cos’è il subbranding e come utilizzarlo

subbranding

I titolari di aziende hanno chiaramente sentito parlare di “subbranding” e “brand extension”. Cerchiamo di capire quali sono le somiglianze e le differenze tra questi termini e di ricavarne dei consigli su come utilizzare il subbranding per la vostra azienda.

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Che cos’è il subbranding?

Il subbranding è la creazione di un marchio sussidiario o secondario da parte di un marchio principale. Queste aziende vengono solitamente create per attirare nuovo pubblico. Il marchio sussidiario o secondario è diverso dall’azienda principale, ma è comunque collegato ad essa. I sottomarchi possono avere standard, identità aziendale, logo, ecc. propri, oppure possono riflettere l’identità del marchio principale.

Il vantaggio del sub-branding è una maggiore riconoscibilità del marchio principale. Inoltre, le filiali contribuiscono a stabilire la fedeltà all’azienda da cui provengono. I consumatori si fidano del marchio principale e sono quindi più propensi ad acquistare i prodotti dell’azienda secondaria. Ad esempio, Apple e i suoi prodotti iPhone, iPad e iPod: le persone conoscono bene Apple e sono sicure della sua qualità, quindi acquistano senza esitazione i prodotti dei marchi secondari.

Estensione del marchio

A differenza del sub-branding, l’estensione del marchio è la transizione di un marchio da una categoria a un’altra. Spesso avviene quando l’azienda principale ha successo e popolarità. In questo modo, un marchio si sviluppa in altre aree del mercato che non aveva toccato in precedenza.

Esempi di subbranding

I sottomarchi sono strumenti potenti per gli addetti al marketing, che possono portare il marchio principale a un livello completamente nuovo e attirare un pubblico nuovo. In questo modo, un’azienda non abbandona il suo core business, ma ne apre di nuovi basati su di esso. Ecco alcuni esempi famosi di sottomarche:

  • Toyota – Prius
  • Microsoft – Xbox
  • Lenovo – Legion
  • Samsung – Galaxy
  • Amazon – Alexa
  • Apple – iPhone
  • Philips – Sonicare

I prodotti sussidiari di queste aziende sono noti quanto il marchio principale. Hanno rafforzato la credibilità dell’azienda e aumentato la sua popolarità.

Come sono utili i sottomarchi?

Il sottomarchio di Google

I sottomarchi sono utilizzati per differenziare i prodotti. Ad esempio, Toyota ha un marchio sussidiario chiamato Tacoma (camion di medie dimensioni). Il cliente ricorda questo nome e lo associa a Toyota.

Il pubblico è più propenso ad acquistare altri prodotti del marchio principale se questi sono associati al marchio secondario. Ad esempio, a un cliente piace il Big Mac di McDonald’s e decide di provare un altro hamburger. È più probabile che il cliente opti per uno degli hamburger di McDonald’s perché sa già cosa aspettarsi da quell’azienda.

Un sottomarchio può anche essere utilizzato per esplorare nuove nicchie di mercato. Sony lo ha fatto creando un prodotto Playstation per un pubblico di giocatori. In questo modo Sony ha aumentato la sua diffusione e la portata dell’azienda.

Il sub-branding è sempre la mossa giusta?

Il subbranding ha molti vantaggi, ma bisogna tenere presente che non funziona per tutte le aziende. Le aziende con filiali spendono molto per il mantenimento e la crescita del marchio. Inoltre, c’è il rischio che il sub-brand si perda nell’ombra dell’azienda principale.

Inoltre, i vantaggi del marchio principale possono essere annullati dai problemi della filiale. Se non si dispone della qualità necessaria per gestire tutte le divisioni dell’azienda, è possibile che si verifichino problemi in alcune di esse. Tutto ciò influisce sulla credibilità del marchio principale.

Quando creare dei sottomarchi?

Come si fa a sapere quando creare un sottomarchio e quando invece creare una nuova azienda autonoma? O forse addirittura una nuova attività? Cerchiamo di capirlo.

Ecco alcune domande che, rispondendo, vi aiuteranno a determinare la strada da seguire. Se la risposta a tutte queste domande è sì, è il momento di creare un sub-brand. In caso contrario, è opportuno pensare a un rebranding o a un nuovo marchio.

  • Il sottomarchio si rivolge a una parte del pubblico esistente?
  • Il sottomarchio sarà in grado di soddisfare le stesse esigenze del vostro marchio principale?
  • Il sottomarchio rafforza il vostro marchio principale?
  • Il vostro sottomarchio riceverà più pubblicità o promozione rispetto agli altri prodotti principali?

In base alle risposte, sarete in grado di valutare le vostre opzioni e di prendere una decisione sul sub-branding.

Come si crea un sub-brand?

Un’azienda con sottomarche può ottenere buoni risultati utilizzando le giuste strategie. Ma come si fa a creare uno stile unico per un sub-brand? È necessario seguire la direzione dell’azienda, individuarne le caratteristiche e creare una formula equilibrata per il sub-brand.

Un’attenta pianificazione della strategia e la certezza di sapere come l’organizzazione sarà posizionata sul mercato ridurranno la confusione sia per i clienti che per i dipendenti. Più forte è il concetto di marchio, più sostenibile è l’organizzazione.

Conclusione

Creare un sub-brand di successo per la un sub-brand di successo per la vostra azienda è un’impresa responsabile che richiede determinazione e conoscenza delle sfumature dell’avvio di una filiale. Utilizzate i suggerimenti forniti nell’articolo e passate all’azione!

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